L’azienda è in crisi e si temono dei rischi per il posto di lavoro. Ma di quale genere? Esaminiamo questa difficile situazione.
Trovarsi in un’azienda in difficoltà economica purtroppo non è raro. Purtroppo le cronache riportano spesso le vicende di aziende piccole e grandi in situazioni di crisi. Cosa succede allora per i lavoratori dipendenti? Non si tratta di una situazione facile da affrontare, perché mette in discussione aspetti molti importanti a partire da quello economico.

Prima di affrontare la questione con maggiore attenzione, si deve dire che prima di prendere decisioni azzardate e poco ponderate, qualora ci si trovi in circostante simili e dal datore di lavoro giungano richieste eccessive, è meglio rivolgersi a una struttura sindacale o a un legale. In questo modo si possono ottenere le indicazioni migliori e valutare quale tutele siano applicabili allo specifico caso.
Cosa può succedere con l’azienda in crisi
Come accennato le preoccupazioni quando l’azienda per cui si lavora si trova in crisi sono tante. Inoltre può verificarsi che il datore di lavoro avanzi delle richieste inattese e non del tutto piacevoli. Ad esempio una riduzione dell’orario di lavoro da pieno a part time. Oppure l’imposizione di ferie immediate, senza diritto di replica per l dipendente.

La situazione è abbastanza delicata, diciamo immediatamente che la condizione di crisi aziendale deve essere certa e non presunta. Quindi la crisi deve essere documentabile, reale e tale da avere degli effetti sulla posizione lavorativa del dipendente. Ad esempio non si può ridurre l’orario di lavoro sulla base di una semplice dichiarazione verbale di crisi o sulle esigenze organizzative del datore di lavoro.
Per la riduzione dell’orario lavorativo ci deve essere sempre il consenso scritto del dipendente. Inoltre il rifiuto di trasformare l’orario pattuito nel contratto non costituisce di per sé un motivo giustificato di licenziamento. Una riduzione dell’orario, decisa unilateralmente, è illegittima. Così come l’imposizione forzata delle ferie, senza preavviso adeguato. Per queste si deve tenere conto delle esigenze del datore di lavoro, quanto di quelle del dipendente.
In caso di crisi aziendale documentata e reale, la legge prevede strumenti e procedure per gestire al meglio la situazione. Ma tra queste non ci sono né la trasformazione unilaterale dell’orario di lavoro sottoscritto con il contratto, né l’imposizione forzata di ferie. Le opzioni principali sono il ricorso ad ammortizzatori sociali come la Cassa integrazione guadagni (ordinaria o straordinaria), i Contratti solidarietà, il licenziamento per Giustificato motivo oggettivo (GMO) e il licenziamento collettivo.