Un brutto colpo per la città di Frosinone, essendo risultata tra le peggiori del Centro Italia: nessuno lo avrebbe mai detto.
Sovente Frosinone è oggetto di studi e analisi. Ma mai come questa volta. Certo, si è distinta per diversi meriti, in particolare la tutela dei bambini nelle scuole, vincendo il premio quale eccellenza nelle mense scolastiche, per l’appunto. Un esempio virtuoso, da seguire, ponendo al centro la salute dei piccoli alunni.
Tuttavia non solo conquiste ma anche primati negativi. Si è parlato, frequentemente, dell’alto tasso di inquinamento registrato. Ebbene, ora si aggiunge un altro aspetto, sempre delicato, a cui necessario porre subito rimedio, prima che la situazione degeneri.
I residenti conoscono bene (forse) quanto sta accadendo, sollevando polemiche e sollecitando reclami. Non solo la zona ciociara, anche Roma, per rimanere nel Lazio. Risultati che potrebbero inficiare eventualmente la reputazione o credibilità di un’intera città? Intanto si spera in un miglioramento.
Probabilmente difficile tenere il passo o magari vi sono altri motivi che ‘giustificano’ tale fenomeno. Ad ogni modo l’esito parla chiaro, sebbene aleggi aria di cambiamento, accompagnata da segnali positivi. Ma, attualmente, la strada è ancora lunga, tra recuperi in tempi record e puntualità futura.
Dunque, Frosinone è quella città che non rispetta le scadenze per il saldo delle fatture. Si spieghi meglio. Da un’analisi del Centro Studi Locali, basata sugli ITP (Indicatori di Tempestività di Pagamento) resi pubblici sui siti istituzionali di ciascun capoluogo, è emerso un quadro poco rassicurante per quanto discreto, al contempo.
Un miglioramento a livello generale, calcolato in un lasso di tempo compreso tra il 2023 e il 2024 – una notevole riduzione dei giorni, in media, da 29 a 24. Tuttavia, nel corso dell’anno precedente, ben 15 città hanno sforato i 30 giorni per il pagamento delle fatture, tra cui Frosinone stessa con 46 giorni.
Tra i casi più eclatanti del Centro Italia, insieme a Roma (superamento di 35 giorni). Reputate tra le peggiori, vi sono altre località laziali che registrano numeri positivi, segnale di un buon andamento. Ad esempio, Viterbo e Latina che impiegano, rispettivamente, 26 e 22 giorni per adempiere al proprio dovere.
Al momento i risultati parrebbero incompleti poiché mancano all’appello 23 città italiane – magari appartenenti anche alla Regione Lazio, non è dato saperlo – manchevoli nel rispettare la regola che prevede la pubblicazione dei propri dati ITP entro gennaio dell’anno successivo rispetto al precedente, oggetto di studio.
Come evidenziato dall’esperta Veronica Potenza, ricercatrice del Centro Studi Enti Locali: “La tendenza verso una contrazione dei tempi medi di pagamento è forte e generalizzata“. Non resta che aspettare e intanto sperare che Frosinone possa rimettersi in pari durante il 2025.
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